Irpinia, cuccioli neonati abbandonati nei luoghi più improbabili: “Un’emergenza che sta travolgendo il volontariato”
Serino (AV) — Abbandono Cuccioli, un atto di crudeltà che si ripresenta ciclicamente. Sotto i cespugli di una rotonda stradale, dentro scatole di cartone lasciate accanto ai cassonetti, in alta montagna, nei pressi di strade isolate o nei parcheggi di supermercati. È in questi luoghi impensabili che, sempre più spesso, vengono ritrovati cuccioli appena nati, abbandonati senza la madre e in condizioni disperate.
Un fenomeno in crescita che sta assumendo proporzioni drammatiche in tutto il territorio dell’Irpinia, con Serino come uno dei centri maggiormente colpiti. Un atto crudele che non solo mette a rischio la vita di queste piccole creature, ma sta mettendo in ginocchio il movimento del volontariato animalista locale, già stremato da anni di emergenze e mancanze strutturali.

Abbandono Cuccioli: un fenomeno in aumento
Negli ultimi mesi i ritrovamenti si sono moltiplicati. I volontari raccontano di ricevere chiamate quasi quotidiane per segnalazioni di cucciolate abbandonate, spesso composte da animali di pochi giorni di vita, incapaci di alimentarsi da soli e bisognosi di cure 24 ore su 24.
“Li troviamo ovunque: scatole chiuse lasciate sotto il sole, dentro sacchetti nei pressi dei fiumi, oppure vicino a strade trafficate. Questi piccoli non hanno alcuna possibilità di sopravvivere senza intervento immediato”, spiega una volontaria con la voce rotta dalla stanchezza.
Dietro ogni scatola abbandonata c’è una storia che non dovrebbe mai esistere: quella di chi sceglie la via più crudele e codarda, invece di ricorrere a sterilizzazione, supporto veterinario o aiuto da parte delle associazioni.
Un’emergenza che schiaccia i volontari
L’abbandono di cuccioli neonati non è solo una questione di crudeltà individuale, ma anche un problema sociale e organizzativo. Ogni ritrovamento significa: cure veterinarie immediate, allattamento artificiale, turni notturni, spese elevate per latte, medicinali e vaccinazioni.
I volontari raccontano di una rete allo stremo, costretta a fare i conti con risorse sempre più limitate e con un numero crescente di animali da accudire. “Molti di noi hanno un lavoro e una famiglia. Eppure ci ritroviamo ogni notte con biberon e incubatrici improvvisate per dare una possibilità di vita a chi è stato gettato via come spazzatura”, racconta un’altra attivista.
L’assenza di un piano strutturale per il controllo del randagismo, unita all’indifferenza di molti cittadini, sta trasformando l’Irpinia in un territorio sempre più difficile per chi prova a difendere chi non ha voce.
Abbandonare non è ignoranza: è crudeltà
Abbandonare cuccioli neonati non è “un gesto disperato” o “una scelta obbligata”. È un reato punito dalla legge e, soprattutto, un atto di violenza che condanna a morte creature indifese.
Molti di questi cuccioli non sopravvivono alle prime ore. Altri, se trovati in tempo, affrontano settimane di cure e rischi enormi per riuscire a crescere. Tutto questo potrebbe essere evitato con la sterilizzazione e la responsabilità.
“Chi abbandona cuccioli compie un atto crudele. Non c’è scusa. Chi ama davvero gli animali non li fa nascere per poi buttarli via”, sottolinea una volontaria storica del territorio.
Serve responsabilità, non silenzio
Il movimento animalista irpino lancia un appello: è necessario che istituzioni e cittadini collaborino per fermare questa spirale. Servono campagne di sterilizzazione gratuite o a costi agevolati, controlli più severi, ma soprattutto cultura e senso civico.
Chi assiste a casi di abbandono deve denunciare, non voltarsi dall’altra parte. Chi ha animali deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Nel frattempo, i volontari continueranno a lottare per salvare ogni cucciolo possibile, ma è chiaro: da soli non possono più reggere questo peso.


